28/06/2017
D.L. 50/2017 - Tassa "Airbnb" (di particolare interesse per gli intermediari
immobiliari)
Anche su sollecitazione delle
categorie degli albergatori, che lamentavano una distorsione della concorrenza
a causa di locazioni brevi di alloggi turistici offerte da privati attraverso i
siti internet, locazioni molto spesso non dichiarate e quindi escluse da
tassazione, sono stati introdotti nuovi obblighi e responsabilità in capo a chi
queste transazioni intermedia: ovvero agenti immobiliari e gestori di siti
internet e piattaforme, anche se residenti all'estero. Definizioni: per locazioni
brevi si intendono quelle (ad uso abitativo) di durata non superiore a 30
giorni, "incluse quelle che prevedono
la prestazione dei servizi di fornitura di biancheria e di pulizia dei
locali, stipulati da persone fisiche, al
di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, direttamente o tramite soggetti
che esercitano attività di intermediazione immobiliare, anche attraverso la
gestione di portali online." In
questi casi, e per i contratti stipulati a partire dal 01 giugno 2017,
gli intermediari dovranno: Ø entro il 30 giugno dell'anno successivo comunicare
all'Agenzia delle Entrate i dati dei contratti (presumibilmente i dati dei
contraenti e l'ammontare dei canoni pattuiti) Ø qualora
intervegano anche nella riscossione dei canoni effettueranno una ritenuta del
21% che sarà d'acconto Irpef, oppure
a titolo d'imposta qualora il locatore opti per l'applicazione della cedolare
secca. Inoltre, sempre nel caso l'intermediario intervenga nella riscossione
del corrispettivo, è anche responsabile per il pagamento dell'imposta di soggiorno. Nonostante sia previsto un
regolamento da emanarsi entro 90 giorni è il caso di notare che queste
disposizioni sono già in vigore e si applicano ai contratti stipulati dal 1
giugno 2017. Che dire, in questi mesi
abbiamo assistito, e con piacere, alla resa dei conti dei colossi del web nei
confronti delle amministrazioni fiscali di diversi Paesi, non escluso il
nostro, che chiedevano la giusta tassazione per i profitti conseguiti
attraverso la vendita di servizi sul territorio nazionale. Tassazione che fino
a poco tempo fa veniva elusa attraverso gli spiragli lasciati dalle normative
fiscali, ancora non attrezzate e improntate alla "old economy". Le amministrazioni fiscali,
quando conviene loro, dimostrano di sapersi adeguare molto velocemente, e iniziano
a mettere nel mirino la "sharing economy", quello spazio di scambi
tra privati favoriti da internet e social media. Peccato che alcune norme, il
cui elenco sarebbe molto lungo, attendono da decenni un adeguamento che
sfortunatamente è ben lungi dall'essere una priorità.
|